martedì 6 settembre 2011
La forma al contrario
Ieri sera a lezione forma al contrario, iniziando verso sinistra e all'indietro.
La prima situazione non era una novità. Avevo già provato: la mia sensazione era quella della mente che disegna con fatica un percorso speculare sull'altro lato che il corpo, sempre con fatica, cerca di seguire.
Tutt'altra sensazione eseguendo la forma all'indietro, soprattutto alternando sequenze in avanti e all'indietro, di durata variabile, seguendo il maestro che inanellava movimenti in modo imprevedibile.
A parte il primo momento, spiazzante, la sensazione era bellissima: mi sentivo una sfera pesante (un peso giusto, non troppo ma abbastanza da sentirne l'abbrivio) che rotolava avanti e indietro; seguivo senza sapere o cercare di indovinare quello che sarebbe venuto, arrivando in fondo al movimento su un crinale dal quale potevo lasciarmi andare in avanti o all'indietro a seconda delle volte (senza essere già pronta a "proseguire" come mi succede nella forma, anche se si dovrebbe essere pronti per ogni direzione, compresa quella dell'immobilità). E a differenza del primo caso, in cui la mente ricostruiva l'itinerario sull'altro lato, qui avevo la sensazione che fosse il corpo a scivolare all'indietro sul sentiero appena percorso; il lungo, elastico filo dei movimenti si srotolava e riarrotolava.
A dire il vero questi erano solo dei momenti; in molti altri mi fermavo senza sapere dov'ero (e lì rientrava la testa); da fuori il risultato doveva essere quanto meno sconcertante a vedersi, ma i momenti "buoni" valevano il viaggio :)
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