martedì 25 dicembre 2012


Il dio è giorno e notte,
inverno e estate,
guerra e pace,
sazietà e fame,
e si mescola a tutte le cose,
prendendo di volta in volta
il loro aroma
(Eraclito)

mercoledì 5 dicembre 2012


Si discuteva se si nasce prima nella pancia (il tantien) dei nostri genitori o nella loro testa...

Abbiamo in noi i germi ben differenziati di altre vite dalla quarta settimana di vita embrionale, otto mesi prima di vedere la luce noi stessi, un tantien dentro l'altro, come scatole cinesi.
E' come se la vita non si propagasse da un essere all'altro ma ci attraversasse in un flusso ininterrotto. Come dice Gibran "i vostri figli non sono i vostri figli ma i figli della brama che la vita ha di se'".
E se al termine vita sostituiamo quello di energia possiamo sentire che quella che accende il nostro tantien ci viene da ed è parte di un tutto originario cui tutti rimaniamo collegati, in comunicazione fra di noi come parti dello stesso tutto
Mi sono ritrovata a pensare che ho sentito il mio grembo privo di vita quando non riuscivo a restare incinta, o dopo che mio figlio era nato e lo aveva lasciato. Mi sarei aspettata di sentirlo morto ora che con l'età non ho più  la possibilità di procreare (strano termine, creare "per conto di"?), ma non è così. 
Sto imparando a sentire il mio tantien ed è un posto vivo e caldo e non è un'isola...

martedì 6 novembre 2012


ieri, in meditazione
(sull'energia del tantien)

uno sciame d'api si libra in volo...
uno sciame, infinite api,
possono disperdersi in tutte le direzioni
o confluire  in un'unica intenzione,
si allontanano per poi tornare,
il tantien un favo pieno di miele...

lunedì 29 ottobre 2012

Tui Shou

   Il tui shou è ascolto,  dell'altro e di sè in relazione all'altro: si cerca il vuoto dell'altro per poter entrare, si diventa consapevoli del proprio vuoto sotto la spinta dell'altro. In mezzo c'è il mantenere costante il contatto e l'attenzione senza che diventi concentrazione. Il massimo dell'equilibrio e' costituito due sfere perfette che si tengono reciprocamente a distanza a partire dal punto di contatto: nessuno dei due può entrare sull'altro.
Detto così però manca qualcosa: in realtà  fra le due sfere che si tengono "a distanza" c'è un costante scambio energetico, come c'è uno scambio energetico quando  si sceglie di non entrare dove si potrebbe e si resta sul limitare aspettando che l'altro senta, quando del mandarti via dell'altro riesci a raccogliere l'energia e non solo la "sconfitta", quando c'è posto per la sensazione del calore della  sua mano o il rumore del suo respiro...

domenica 28 ottobre 2012

Master Shifu non ha letto Vimala Thakar :)





...uno dice "sono seduto in silenzio ma l'uccello mi disturba". L'uccello non mi disturberà a meno che io  non mi concentri su di lui. Io mi curo di lui, lo definisco un disturbo, nel momento in cui lo giudico, lo valuto, nel momento in cui mi concentro su di lui. Così dico "mi disturba, mi distrae" . Il momento in cui dico che mi distrae o mi disturba indica che stavo resistendo. Resistere è una forma inversa di concentrazione. Resistere è una forma  di concentrazione che deve essere smascherata. Prima di poter procedere verso la meditazione è necessario rendersi conto di diverse forme di attività. Resistere è una forma di concentrazione, altrimenti perchè dovrebbe disturbarmi? Il fatto che mi disturbi implica che io abbia una relazione con lui, una relazione di resistenza. Come se l'uccello cantasse per disturbarmi o una macchina passasse per distrarmi. Io mi relaziono in questo modo. La resistenza implica una relazione.
Una relazione che  ha in se l'attrito della resistenza porta disarmonia....
(Vimala Thakar, da  Concentrazione, attenzione e consapevolezza, in  Blossoms of Friendship, 1975)

sabato 27 ottobre 2012


... to live is not very easy, to live is to move freely without any reservation, without any inhibition, in all the elements of spontaneity, with all the fearlessness of humility, to move with the movements of life, and to go through the challenges of life without friction.
When you meet a challenge and that meeting leads to a friction within you, something is missing. If you go through a relationship without friction within you, but with friction outside you , a disharmony, a disorder outside, then something is missing.
A note of music born out of the silence of the heart brings the unmanifest sounds into the world  of manifestation harmoniously and goes back into the unmanifest without causing  friction. When the note is not precise,it causes friction, first in the vocal chords of the musician himself and then in others' chords; it causes a  kind of disharmony even in the space through which it travels...
(Vimala Thakar)

lunedì 22 ottobre 2012



Ogni malattia è un problema musicale, la guarigione una soluzione musicale. Quanto più breve, e tuttavia più perfetta la soluzione, tanto maggiore è l'ingegno musicale del medico.
Le malattie permettono svariati scioglimenti. La scelta dei più adatti al fine determina l'ingegno del medico.
La speculazione intorno al mondo comincia nell'infinito assoluto soprano, nel centro, e scende giù la scala: la speculazione sul nostro io comincia con il basso infinito assoluto, con la periferia, e sale su la scala. L'assoluta riunione del basso e del soprano dà la diastole e la sistole della vita divina.
Ogni frase generale indeterminata ha qualcosa di musicale. Essa suscita fantasie filosofiche, senza esprimere alcun preciso corso di pensieri filosofici, alcuna idea filosofica intellettuale.
La musica ha molta somiglianza con l'algebra.

da "Frammenti" di Friedrich von Hardenberg (Novalis)

lunedì 8 ottobre 2012


la felicità non può essere trovata
attraverso un grande sforzo e volontà
ma è già presente, nel rilassamento e nel lasciare andare
(lama Ghendun Rimpoche)

martedì 18 settembre 2012


Gentilezza e disponibilità non sono segno di debolezza e disperazione,
 ma manifestazione di forza e risolutezza
(Kahil Gibran)

venerdì 14 settembre 2012

...jazz...

   
   Il jazzista  Enrico Intra dice che preferisce non parlare di improvvisazione ma di composizione estemporanea: qualcosa che nasce/facciamo nascere in quel momento, vale per quel momento e poi si perde. E' l'essenza del non trattenere, del non attaccamento, e si adatta benissimo alla vita. Troppo spesso si compone per cristallizzare e dato che intorno tutto cambia e si muove, la spesa energetica per mantenere le cose invariate nel tempo, oltre che senza speranza, è altissima, prosciugante  e va ha scapito di nuove "composizioni"...

martedì 28 agosto 2012

La gentilezza


La gentilezza delle parole crea fiducia.
La gentilezza dei pensieri crea profondita'.
La gentilezza del donare crea amore.
(Lao Tzu)

giovedì 8 marzo 2012

Repetition


Repetition is not monotonous; it simply does not exist.  "I love you more thad yesterday, and much less than tomorrow." One cannot bathe twice in the same river; if they are alive, two gestures can never be exactly alike even if they succeed each other in the blink of an eye.
(Catherine David - The Beauty of Gesture. The Invisible Keyboard of Piano and Tai Chi)

martedì 28 febbraio 2012

La forma con il bastone

Pensavo a cosa rende particolare la forma con il bastone: prima mi è arrivato che è bassa, sento salire il movimento da terra attraverso i piedi; è possente, primitiva, naturale:  il bastone è già quasi pronto in natura, un ramo diritto, un po' ripulito; e' teatrale, da animale che nella lotta si presenta nella prospettiva che lo fa apparire più grosso (come il gatto che ti minaccia mettendosi di tre quarti).

Poi è arrivata la simmetricità di certe posizioni: non solo sinistra/destra ma anche alto/ basso: gambe larghe e piegate, mani di fianco alle spalle

Mi e' venuto in mente che è un uomo vitruviano  di Leonardo con le braccia e le gambe raccolte invece che distese. E guarda caso il centro geometrico di quest'uomo è il plesso.
Il bastone/elemento legno corrisponde al plesso, ha il baricentro in posizione centrale, al contrario della spada e questo condiziona una diversa percezione del tuo centro.
Mi fa sentire una specie di stella pesante...

mercoledì 25 gennaio 2012

Draghi e draghi...

Pensavo ai draghi nella forma:  cambiano colore, nero, blu, cremisi...
Il drago nella cultura cinese  è un essere giocoso, mutevole e inafferrabile, appare e scompare con estrema facilità, come è reso benissimo dai  nove draghi di Chen Rong, pittore cinese del XIII° secolo (http://www.mfa.org/collections/object/nine-dragons-28526)


E' il fantastico, l'irrazionale, l'inconscio, una forza vitale primitiva che fluisce sotterranea per irrompere a tratti in superficie con la sua forza scardinante che abbiamo imparato negli anni a temere e a cercare di controllare e reprimere. E a questa esplosiva leggerezza si contrappone allora la pesantezza dei draghi della nostra tradizione cristiana, incarnazioni del Maligno, spesso raffigurati nell'atto di divorare fanciulle vergini che vengono salvate dal santo di turno. La lancia tiene ben distanti drago e cavaliere.




Non si gioca con questi draghi, è una lotta all'ultimo sangue in cui il drago va sopraffatto: dobbiamo diventare grandi, in tutti i sensi per tenerlo sotto controllo, soprattutto quando la lancia si spezza e la distanza si accorcia. Basta guardare quanto piccoli sono diventati i draghi e quanto grandi e soverchianti i santi vincitori in questi due dipinti di Raffaello


Ben altro posto hanno i draghi nel drappo funebre di Mawangdui (dinastia Han, 206 a.C - 6 d.C.)  in una insolita raffigurazione yin e yang (di solito il drago è considerato yang):   si avvicinano, si  uniscono in un momento perfetto, sottolineato dal cerchio centrale, per poi allontanarsi,  le code che arrivano  fino alla fine del drappo (che qui non è visibile). I draghi circoscrivono la scena, le danno forza 



   Questo è l'anno cinese del drago d'acqua: seguiamolo con rispetto e senza paura nella sua sinuosa, fluida danza fra interno ed esterno, conscio  e inconscio, fantastico e reale:
la perla che il drago ci mostra per un istante, il tempo di coglierne il riflesso, rappresenta,
a seconda delle interpretazioni, la saggezza, il terzo occhio, il tao...



domenica 8 gennaio 2012

La forma è un mare

La forma è un'onda, che si forma e si  infrange e si riforma, sequenza dopo sequenza.

La forma in gruppo è un mare: onde, ondoline, cavalloni, onde anomale, tutte sollevate dal medesimo vento e innervate dalla stessa corrente profonda, ma ognuna con la sua individualità' che ne determina la forma :) di quel particolare momento. Onde più vecchie e onde più giovani, incerte della direzione, che lasciandosi trascinare immettono la loro energia nel flusso comune rendendolo più forte, per tutte, vecchie e nuove. 
Quando succede  il mare non è solo la somma delle sue onde...